Quando erano stati annunciati gli aumenti di oltre 120 € per il contratto metalmeccanici a giugno
avevamo messo in guardia che “le fregature erano in agguato” in quanto il contratto prevede la
possibilità, dal 1 gennaio 2017, di assorbimento sia per gli aumenti individuali sia per gli incrementi
collettivi concordati in azienda.
Il nostro timore si è puntualmente avverato, ma era prevedibile.
È successo che molte aziende hanno azzerato gli aumenti assorbendo i superminimi o gli
incrementi collettivi. Alcune aziende (poche) lo avevano sempre fatto, altre invece che fino ad ora
non avevano fatto assorbimenti, questa volta, vista la cifra in ballo, lo hanno fatto. Così i lavoratori
sono rimasti perfettamente fregati.
Cosa ci insegna questa vicenda
Negli ultimi anni i contratti sono stati fatti inserendo di volta in volta clausole peggiorative per i
lavoratori e vantaggiose per i padroni, sia sulla parte normativa che sul salario. Dato che dal 1993
era stata abolita la scala mobile i contratti che si sono susseguiti hanno previsto aumenti molto
bassi. Il colmo per i meccanici si è toccato nel 2017 quando l’aumento fu di 1,7 € lordi (sì un euro
e rotti) al mese. Anche la clausola sugli assorbimenti ai più era passata inosservata.
Tutte queste fregature pongono il problema di come si fanno i contratti. Basta con le cosiddette
compatibilità occorre partire dalle esigenze dei lavoratori e non da quelle dei padroni.
Occorre cambiare radicalmente il modo della contrattazione, sia per quanto riguarda gli obiettivi
sia per la partecipazione dato che negli ultimi anni i lavoratori non sono più coinvolti.
È necessario reinserire un meccanismo semplice di adeguamento dei salari all’inflazione, gli aumenti
devono essere certi, devono essere riviste tutte quelle norme che consegnano ai padroni il potere
di fare quello che vogliono in fabbrica (orari, straordinari, turnazioni, gestione ferie e permessi, ecc).
Vanno riviste le norme che consentono agevolare il precariato: contratti a termine di
somministrazione, ecc.
Occorre aprire una stagione di confronto con i lavoratori per il rilancio dei metalmeccanici
I metalmeccanici, fino agli anni 90 sono sempre stati il traino della contrattazione, perché i contratti
sancivano quello che avveniva nelle fabbriche e codificavano le conquiste fatte. Dal 1993 con
l’abolizione della scala mobile e con la stagione della concertazione che ha prodotto enormi danni
ai lavoratori, è successo il contrario: si sono fatti contratti che toglievano diritti che poi vengono
applicati in fabbrica contro il volere dei lavoratori.
Vogliamo cambiare questo stato di cose; è necessario aprire una campagna tra gli iscritti e tra
tutti i lavoratori. Vogliamo raccogliere le vostre indicazioni sugli obiettivi da porre e sulla
situazione reale nelle fabbriche.
Per farlo è però necessaria la partecipazione e perché nessuno ci regala niente.


Luglio 2023


Confederazione Unitaria di Base

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